Progetto Carte di identità

Come tutto ha avuto inizio…
Siamo nel Settembre 2012. Era la nostra prima esperienza in Burundi, tutto era nuovo e mentre giravamo per il villaggio di Mubuga, insieme a padre Giovanni, sacerdote burundese, incontrammo un papà.
Il papà era disperato per il suo bambino.
Il piccolo era malato, piangeva notte e giorno e non faceva dormire né lui né la moglie e i due genitori non sapevano più come fare. Ci portarono il piccolo. Luca, il ragazzo che era con me, infermiere, si propose subito di visitare il bambino e scoprimmo così che a far tanto piangere Pascal, questo il nome del bambino, era un’ernia che gli era scesa fino all’inguine. Subito ci adoperammo per portare il piccolo all’ospedale, in modo che potesse essere curato.
Con nostro profondo stupore venimmo a sapere ben presto che non poteva essere visitato.
Perché?
Non era registrato all’anagrafe: senza riconoscimento, nessun tipo di intervento o visita medica poteva essere effettuato.
Iniziò così un lungo iter burocratico che ci vide avvicendarci più volte all’ufficio anagrafe di Gitega, senza avere inizialmente grande successo.
Dopo diversi giorni, con tenacia ed un po’ di savoir faire, riuscimmo, grazie anche ai sacerdoti burundesi, ad ottenere la tanto desiderata carta di identità.
Pascal poteva finalmente essere visitato e curato.
Le nostre visite in Comune non furono infruttuose, quello che inizialmente ci sembrò una perdita di tempo, ci permise invece di scoprire che i bambini dagli 0 ai 5 anni, per legge, in Burundi, se dotati di carta di identità hanno diritto a cure mediche e accesso all’istruzione gratuiti.
Tutto questo però non potevano saperlo i genitori del piccolo, che vivevano in un villaggio sperduto tra le colline di Gitega. Pascal non fu l’ultimo, ma il primo di tanti bambini ad avere finalmente un nome.
Un nome…cosa vuol dire avere un nome?
Un nome vuol dire esisto, ci sono, sono vivo, sono presente su questa Terra.
Avere una carta di identità in Burundi vuol dire diritti, ma anche dignità.
Essere riconosciuti come persone, in grado, una volta cresciuti di votare, di avere una voce, vuol dire poter andare a scuola, sognare, vuol dire sapere quando sono nato e chi sono i miei genitori. Vuol dire radici, famiglia, vuol dire libertà.
Questa è la storia di Pascal e con lui delle centinaia di bambini che finalmente ESISTONO.

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L’INIZIATIVA

Questa iniziativa è rivolta ai burundesi pigmei, affinché possano ottenere carte d’identità con le quali accedere a istruzione e sanità.
Infatti in Burundi, chiunque non disponga di un documento di riconoscimento, in cui siano specificati: nome, cognome, luogo di nascita e membri della famiglia di appartenenza, è escluso dall’istruzione e non può ricevere cure qualora le richiedesse, nemmeno in casi di grave necessità. Con la creazione di queste carte, diamo non solo identità ad un popolo che diversamente non l’avrebbe, ma proteggiamo e tuteliamo donne, bambini e tutti i membri di questa comunità, che senza tale documento non esisterebbero né giuridicamente né socialmente.

Una carta d’identità costa 5€.

Per info e contatti

Giselde, cell. 328 184 5108

 

oppure

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