Viaggio in Burundi di don Giancarlo, don Marco, Chiara e Bruno / Maggio 2022

Poche righe per raccontare qualcosa del viaggio in Burundi di don Giancarlo De Santi e sua nipote Chiara Diotallevi, don Marco Presciutti e Bruno Rovinelli di Rosciano, in compagnia degli apostoli del buon pastore e della regina del cenacolo, dal 1 al 15 maggio.

È stato come un tuffo nel cuore dell’Africa, un’immersione rapida e piena dentro la cultura e la quotidianità di un popolo vitale e vivace, ricco di fede, di speranza e umanità.

I giorni centrali son stati il 7 e 8 maggio. Abbiamo celebrato con la chiesa di Gitega il venticinquesimo di fondazione della congregazione degli apostoli nella quarta domenica di Pasqua, domenica tradizionalmente dedicata al Buon Pastore con una solenne Eucaristia, presieduta dall’attuale vescovo Mons. Bonaventura nella quale il padre Marc ha festeggiato il suo giubileo e otto ragazzi hanno pubblicamente professato il loro impegno nella vita religiosa. In tanti hanno condiviso il momento affollando la cattedrale e hanno espresso sincero affetto, vicinanza e gratitudine ai membri di questa giovane congregazione capace di suscitare speranza con la freschezza e l’entusiasmo di un nuovo slancio missionario.

Le due giornate sono state ricche di memoria.

Si è ricordato innanzitutto mons. Joachim Ruhuna, il fondatore della congregazione, ucciso nel settembre del 1996 durante la guerra civile, con il quale è nata provvidenzialmente l’amicizia e collaborazione tra la nostra chiesa e quella del Burundi, poi il primo generale della congregazione, l’indimenticabile e carismatico padre Erman, quindi l’amicizia con una famiglia di volontari partiti da Frontone, Elio, Elisabetta e il piccolo Federico e infine tutto il cammino sostenuto dal CMD di Fano animato da don Giancarlo De Santi e da tantissimi volontari e volontarie che nel corso degli anni si sono alternati in viaggi e scambi missionari, sostenendo e moltiplicando progetti di solidarietà, rinsaldando i vicoli della comunione e dell’amicizia.

In soli 25 anni la congregazione è cresciuta davvero tanto (attualmente tra padri, aspiranti, novizi, seminaristi, studenti di filosofia e teologia sono quasi un centinaio di persone). Si sono diffusi non solo nella Diocesi di Gitega ma anche in altre diocesi del Burundi, e nel Ciad e poi in Spagna e ultimamente hanno aperto una loro casa anche in Italia, precisamente a Fossombrone, nella parrocchia di sant’Antonio, dove operano quattro missionari, dedicandosi allo studio ma condividendo anche la responsabilità pastorale nel servizio ai più fragili, carcerati, immigrati e periferie.

In 10 giorni i padri Gilbert, Zenon, François e confratelli, ci hanno fatto incontrare tutte le realtà vive: il Centro Mac a Nyabututsi, il liceo tecnico cardinal Ersilio Tonini e poi i villaggi dei pigmei a Marabuya, a Burasira, le parrocchie di Mubuga, Shanga, Buhoro, Kabingo. Abbiamo sperimentato il calore e i colori dell’accoglienza (in un villaggio i ragazzi ci sono venuti incontro lanciandoci fiori, cantando e danzando), l’ospitalità cordiale e genuina nella condivisione dei pasti. Abbiamo anche potuto capire un po’ meglio le fatiche, le sfide, i bisogni dei missionari e delle comunità, le loro aspettative, i loro sogni in un clima di grande serenità, fiducia, amicizia.

Ci hanno aiutato a capire un po’ meglio la scelta preferenziale dei pigmei che nella società burundese, appaiono come gli ultimi fra gli ultimi. La visita ai loro villaggi ci ha permesso di intravvedere situazioni di grande miseria che rendono ancora urgenti e utilissimi i progetti portati avanti da URUKUNDO (www.urukundo-onlus,net) come “mattone”, “carta d’identità”, “adozione a distanza”, “scuola dei mestieri”, “progetto capretta”, “progetto università”.

Davvero toccante la testimonianza di questi apostoli del buon pastore e della regina del cenacolo che cercano di tenere insieme, di intrecciare nel quotidiano la preghiera e l’apostolato, la vita fraterna fatta di semplice condivisione dei piccoli lavori quotidiani e la ricerca, il servizio ai più fragili e vulnerabili, sull’esempio di Gesù che come buon pastore si è fatto carico dei dimenticati.

Pur avendo bisogno di strutture, e di intraprendere economicamente per sostenere e mantenere le loro attività, la congregazione continua a testimoniare sobrietà, vicinanza alla gente semplice, alla maggioranza della popolazione con uno stile di vita improntato a sobrietà, semplicità e fraternità.

Davvero bella la loro idea di economia circolare per cui un progetto mantiene altri progetti e tutti i progetti sono pensati per rispondere ai reali bisogni dei poveri ma con il proposito chiaro di evitare l’assistenzialismo e quindi ricercare con ogni attività la promozione, l’emancipazione perché singoli e comunità locali si percepiscano soggetti della loro vita e si impegnino nella costruzione di una società più giusta e fraterna, di un Burundi democratico, dentro un continente, l’Africa, che per risorse economiche e culturali può dare speranza al mondo e alla chiesa.