Viaggio in Burundi di Benedetta / Agosto 2017

Qualche mese fa ho avuto l’occasione di conoscere l’associazione Urukundo Onlus, la quale sostiene alcuni progetti della Congregazione degli Apostoli del Buon Pastore e della Regina del Cenacolo, nata in Burundi nella provincia di Gitega quasi 30 anni fa, per stare al fianco degli ultimi, in particolare dei Pigmei, una delle tre etnie del Burundi, meno integrati nella società, in questo paese dilaniato da conflitti civili, problemi sociali e politici.
Da anni svolgo diverse attività di volontariato qui in Italia, in particolare con persone ai margini della società, e quando sono venuta a conoscenza dell’opportunità di intraprendere questo viaggio di conoscenza, ho capito subito che sarebbe stata una tappa fondamentale del mio percorso “interiore”.
Questo è stato il mio primo viaggio in un paese in via di sviluppo.
Il primo giorno la sensazione di disorientamento era forte, provavo quasi un senso di colpa, come se io mi trovassi dalla parte sbagliata, come se la povertà che vedevo in ogni luogo dipendesse da noi “mzungu” (così chiamano noi “bianchi”).
Poi giorno dopo giorno mi sentivo sempre più parte integrante di quella realtà, e questo soprattutto grazie all’accoglienza e alla condivisione, due parole che riassumono ciò che è stata la mia esperienza.
Mi sono sentita accolta e amata ogni volta in cui siamo andati a visitare i villaggi dei nostri amici pigmei, camminando e ballando al loro fianco, ogni volta in cui abbiamo giocato e sorriso con i bambini e i ragazzi che vivono in strada o in orfanotrofio, ogni volta in cui abbiamo fatto visita alle famiglie del posto, aprendoci le loro porte e il loro cuore, quando abbiamo ascoltato i sogni dei ragazzi che grazie alla Congregazione e all’Associazione hanno l’opportunità di frequentare l’università, e in ogni momento che abbiamo condiviso con chi ha scelto di dedicare la propria vita al prossimo e al Signore, progettando e lavorando insieme per gli ultimi del Burundi.
La condivisione delle attività con i membri della Congregazione è stata determinante per vivere pienamente quest’esperienza, facendo visita ai villaggi e osservando le loro esigenze, tornando a casa e discutendo sugli sviluppi dei progetti, partecipando ai momenti di preghiera quotidiani, o semplicemente facendo le pulizie assieme, tutto ciò ha determinato in noi un senso di unione e appartenenza fondamentale per continuare a costruire insieme.
Tutti i sentimenti e in particolare l’amore che ho vissuto in questo viaggio hanno un senso solo portandoli e continuando a curarli qui in Italia, sostenendo i progetti dell’Associazione e della Congregazione, camminando al fianco dei nostri amici Pigmei, contribuendo alla loro integrazione nella società burundese e testimoniando i valori di accoglienza, cittadinanza, integrazione e cooperazione, fondamentali per la costruzione di una società migliore; ognuno di noi è chiamato a fare ciò, tralasciando le lamentele, i pregiudizi e i giudizi (che sicuramente non stimolano l’operato altrui), non rimanendo semplici osservatori ma diventando i protagonisti di un nuovo stile di vita.